Il bullismo a scuola può trasformare quelli che dovrebbero essere gli anni più felici e spensierati nella vita di un bambino, in un vero e proprio incubo per i più timidi e insicuri. Chiunque sia stato tormentato dai propri compagni di classe sa bene che cosa vuol dire andare a scuola ogni giorno con la paura, entrare in aula a testa bassa e non guardare in faccia nessuno sperando che gli altri non si accorgano di te, nascondersi durante la ricreazione con l’ansia che tutti possano ricominciare a prenderti di mira, sentirsi solo e incompreso, sempre fuori posto, e provare vergogna e senso di colpa per la propria incapacità di reagire.

Aver subito il bullismo a scuola può scatenare un forte desiderio di rivalsa, una volontà inarrestabile di dimostrare al mondo che i bulli si sbagliavano, che sei in grado di farcela, che puoi avere successo nella vita, arrivando anche molto lontano. Anche se le ferite lasciate dalle offese e dalle prepotenze subite non si rimargineranno mai del tutto; anche se la tua storia sarà sempre quella di un sopravvissuto. Così, oltre vent’anni fa, è iniziata la storia di Dario (nome di fantasia, ndr), che da piccolo è sempre stato particolarmente schivo, fragile, sensibile, con la tendenza a isolarsi dagli altri e a rifugiarsi in un mondo tutto suo. E quando la debolezza di chi attacca per non essere attaccato incontra la debolezza di chi non riesce a reagire, le conseguenze possono essere molto gravi.

 Gli anni più difficili

«Il bullismo è un sistema di autodifesa che persone particolarmente deboli adottano in determinate circostanze», dice oggi Dario. Ma da piccolo non la pensava così. «Essendo stato preso di mira in un’età in cui non avevo certo la maturità che credo di avere adesso, il bullismo a scuola per me era cattiveria e odio gratuito. Non aveva senso, e questo mi faceva ancora più rabbia».

bullismo a scuolaI primi atti di bullismo Dario racconta di averli subiti già all’asilo, a cui ne sono seguiti altri, sempre più gravi, alle scuole elementari e alle medie (in linea con la crescita del fenomeno riscontrata da Telefono Azzurro negli ultimi anni). Il giovane conserva ancora nella mente i nomi dei ragazzini e delle ragazzine che lo tormentavano; se chiude gli occhi rivede il ghigno con cui lo guardavano, lo accerchiavano e lo ricoprivano di “sfottò”, come gay e “menomato”. Ma la cosa che ricorda con più amarezza è la solitudine in cui lo ha lasciato un’insegnante a cui si è rivolto in cerca d’aiuto. «Chissà che non lo sei davvero», è stata la sua risposta. «Penso che se all’epoca avessi reagito – spiega Dario – probabilmente avrei passato un’infanzia diversa. Invece ho preferito sempre nascondermi dietro le lacrime… Insomma, ho vissuto male, un po’ me la sono cercata».

Dal bullismo a scuola alla scrittura

La prima attività che ha aiutato Dario a ricostruire la fiducia in se stesso e a medicare le sue ferite interiori è stata lo sport. «Ho frequentato tre scuole di arti marziali – racconta –, in ognuna di esse non ho trovato solo tecniche e mosse, ma anche amici, essendo un tipo di arte che ti fa entrare in contatto con le persone. Non sono per niente d’accordo con quello che si dice in giro, cioè che le arti marziali tendano a rendere violente le persone. Esse, anzi, ti fanno comprendere le conseguenze della violenza, perché provi una sensazione bruttissima se fai male al tuo compagno durante gli allenamenti, ti senti in colpa». macchina da scrivere

L’aiuto definitivo contro il bullismo a scuola è venuto a Dario dalla scrittura, che come una terapia gli ha permesso di dare ordine alle sue emozioni, di sfogare sensazioni e pensieri repressi, facendolo sentire di volta in volta più forte. Attraverso lo studio costante del pensiero e delle opere dei grandi autori della letteratura, e il desiderio continuo di crescere e di perfezionarsi nell’arte che aveva iniziato ad apprendere, Dario ha trovato il coraggio per rompere il suo guscio e ha intrapreso un cammino che lo sta portando lontano. Prima la laurea brillantemente conseguita in Lettere, poi le sue prime pubblicazioni e la partecipazione come docente a laboratori di scrittura creativa.

«Genitori e insegnanti, non sottovalutate il problema»

«Come reazione a quello che ho subito – racconta Dario – ho avuto un’evoluzione. Non posso tornare indietro nel tempo, ma posso dare consigli a chi soffre oggi a causa del bullismo a scuola. Credo che la violenza non porti mai a nulla di positivo, quindi potrebbe anche peggiorare la situazione. Bisognerebbe far capire agli adulti, soprattutto ai professori, che molto spesso sottovalutano il fenomeno, che il bullismo non va preso sottogamba».

«Per quanto riguarda le mie esperienze – conclude –, alle scuole superiori non ho più subito bullismo. Quando una persona matura, capisce che chi non ci vuole non ci merita».

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